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Omnia in Bonum
Mons. Fernando Filograna
È un messaggio di serenità, di gioia, di pace, tratto dalla lettera di San Paolo ai Romani (8,28). Sono tre parole che dipingono il Figlio di Dio: il Signore ci ama come un padre e pertanto ogni avvenimento lieto o triste per un figlio di Dio è sempre favorevole, è sempre per il suo bene.
Queste tre parole sono un atto di fede, di amore e di speranza: spingono ad amare la volontà di Dio e aiutano ad avere una visione soprannaturale della storia. San Paolo non dice che tutto è buono, ma che tutto è per il bene. Perché esiste il peccato, esiste il diavolo che semina la zizzania nel campo della Chiesa e del mondo.
Ogni giorno si sperimenta il mistero del male! E sembra che Dio sia assente, non faccia nulla; invece esiste soprattutto il mistero dell’amore di Dio che vince il male con il bene, che ha distrutto il peccato e ha salvato l’uomo. Ha creato la libertà, ha voluto l’uomo libero perché potesse corrispondere al suo amore, e così ha rischiato di vedere usata male la libertà proprio da parte dei suoi figli.
Ma per venire incontro all’uomo, ha dato la vita, è morto sulla croce e ha distrutto la morte e il peccato. La liturgia pasquale canta ‘felice colpa che meritò un così grande Redentore!’. Il peccato di Adamo ha portato Dio a incarnarsi e redimerci con la sua croce, ha permesso all’uomo di essere elevato alla dignità di figlio di Dio, erede della gloria.
Allora Omnia in bonum non è un’esclamazione di impotenza di fronte al male che si presenta come irrimediabile, non è una forma di difesa da parte del nostro pessimismo ma diventa un grido che ci impegna all’ottimismo, alla speranza, a lottare con tutte le forze perché Dio sa trarre il bene dal male.
Il peso dei peccati e delle offese, tutte quelle mancanze di generosità che noi uomini a volte avvertiamo in modo drammatico e che non vorremmo mai aver fatto, grazie al dolore di amore, diventano fonte di gioia, di perseveranza e di fortezza. Il peccato non può mai concorrere al bene, perché il peccato distrugge e uccide, ma il peccato muove Dio a venirci incontro come va incontro al figlio prodigo.
Se noi con umiltà riconosciamo le nostre colpe e ci lasciamo abbracciare dalla
sua misericordia, Dio sa trarre il bene anche dalle nostre miserie. Nella vita, poi, si incontrano tante difficoltà: ci sono contrarietà, umiliazioni, prove. San Pietro nella sua Prima Lettera ricorda come l’oro è provato nel crogiolo (cf 1Pt 1,7): così ci sono momenti che la Provvidenza divina permette affinché possiamo purificarci.
Se vissute con amore, possiamo valorizzarle come strumenti di corredenzione; possiamo unirle alle sofferenze di Cristo per la salvezza dei fratelli. E questa è la grande rivoluzione del Cristianesimo: il dolore diventa un tesoro, la sofferenza fisica diventa feconda grazie all’amore. Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi? Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio!
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